AI e intelligenza emotiva – Perché leggere ci cambia nel profondo

La mia passione per i libri: un viaggio tra neuroscienze, intelligenza artificiale e crescita personale
I libri trasformano il nostro cervello. Letteralmente. È questo il dato più straordinario che emerge dalle neuroscienze moderne e che celebro oggi, Giornata Mondiale del Libro. Da divoratrice seriale di carta stampata ed ebook, ho scoperto che la lettura non è solo un piacere o un’abitudine: è una tecnologia di trasformazione personale che, nell’era dell’intelligenza artificiale, assume un valore ancora più profondo.
Quello che accade nel nostro cervello quando leggiamo è paragonabile a una sinfonia neurale che nessuna serie TV o social media può replicare. E in questo post voglio condividere con voi come questa antica tecnologia umana continui a essere il più potente strumento di crescita personale e professionale, anche mentre lavoro quotidianamente con i più avanzati strumenti di AI.
La neuroplasticità della lettura: come un libro ci rimodella
Pur essendo una scrittrice di lunga data, oggi voglio focalizzarmi su un’attività ancor più fondamentale: la lettura. Un processo che le moderne neuroscienze cognitive hanno dimostrato essere sorprendentemente trasformativo per il nostro cervello.
Quando leggiamo, non stiamo semplicemente decodificando simboli. Le scansioni cerebrali mostrano attivazioni simultanee in diverse aree: quelle visive per processare il testo, quelle linguistiche per decodificarlo, e sorprendentemente, le stesse aree motorie e sensoriali che si attiverebbero se stessimo vivendo realmente l’esperienza descritta. È una danza neurale straordinaria che nessun altro medium riesce a replicare con la stessa intensità.
Sviluppare l’intelligenza emotiva nel silenzio di un libro
Aprire un libro è come spalancare una finestra su nuovi mondi e possibilità. Ogni pagina girata ci invita a esplorare idee fresche e prospettive inaspettate. E oggi, mentre l’AI ci sommerge di contenuti a velocità vertiginosa, immergersi lentamente in un buon libro diventa quasi un atto di ribellione gioiosa: un momento in cui riprendiamo il controllo della nostra attenzione e assaporiamo il piacere di un’idea sviluppata con cura.
In questo spazio di ribellione gioiosa accade qualcosa di magico: la lettura mette in moto tutto ciò che serve per cambiare davvero. La motivazione si accende quando una storia ci cattura, l’abilità cresce pagina dopo pagina mentre padroneggiamo nuovi concetti, e ogni intuizione diventa uno stimolo ad andare oltre. È così che entriamo in quello che i neuroscienziati chiamano “stato di flusso” – quel momento di immersione totale in cui il tempo scompare e il cervello, letteralmente, si trasforma.
Leggere è nutrirsi, un nutrimento essenziale per la mente. Purtroppo in Italia questa pratica resta marginale, vittima di un contesto educativo – familiare e scolastico – che raramente la valorizza come merita. C’è chi tenta di trasmettere questa passione, ma si trova in minoranza in una cultura che celebra ben altri traguardi, come l’aspirazione calcistica del giovane campione in erba.
È curioso come si dedichi tanta attenzione al riposo pomeridiano dei bambini – principalmente per guadagnare preziosi momenti di tranquillità – mentre si trascuri sistematicamente l’opportunità di introdurli al piacere della lettura. Ironia della sorte, un libro rappresenterebbe proprio lo strumento ideale per ottenere quel silenzio tanto desiderato, qualora questa fosse davvero la priorità genitoriale.
C’è qualcosa di profondamente magico nel momento in cui leggiamo una storia a un bambino. Quell’attimo in cui i suoi occhi si illuminano, in cui il mondo fuori scompare e l’immaginazione prende il volo. Sì, dedicare questo tempo richiede energia – la vita è frenetica per tutti – ma questi momenti costruiscono connessioni che durano una vita intera. Lo dico con il cuore pieno di gratitudine per chi mi ha regalato questi istanti preziosi.
Immaginate bambine e bambini che non solo imparano a prendersi cura delle loro bambole o costruire torri impossibili, ma che scoprono anche la gioia di identificarsi con coraggiose esploratrici e valorosi inventori della letteratura. La meraviglia negli occhi di un bambino che scopre un nuovo personaggio letterario è impagabile! E la scienza conferma ciò che il cuore già sa: la lettura precoce apre porte straordinarie, creando opportunità che superano persino i vantaggi di nascita o condizione economica. È davvero uno dei regali più potenti che possiamo fare ai nostri piccoli.
Ho avuto questo privilegio da piccola: avevo qualcuno che mi dedicava del tempo, regalandomi prima e leggendomi poi delle storie. Io stessa divenni spacciatrice di libri per tutti i miei amici, soprattutto per quelli più piccoli di me. Le mie crisi adolescenziali vertevano anche sulla mancanza di spazio per riporre i miei libri.
Libro, videogame o serie tv? Il continuum narrativo nell’era digitale
Lettura e media digitali: una coesistenza possibile
Nell’era della rivoluzione digitale, i libri e i media audiovisivi non devono necessariamente competere per la nostra attenzione. Anzi, possono arricchirsi a vicenda quando usati consapevolmente. Le piattaforme digitali moderne offrono documentari illuminanti, adattamenti letterari di qualità e contenuti educativi che possono complementare perfettamente l’esperienza di lettura.
L’elemento cruciale è la consapevolezza con cui scegliamo di consumare i contenuti. La differenza fondamentale tra leggere e guardare passivamente è il livello di coinvolgimento cognitivo: la lettura richiede un impegno attivo del cervello nella creazione di immagini, suoni e sensazioni, mentre i contenuti audiovisivi forniscono questi elementi già elaborati.
Un esperimento interessante che tutti possono provare è osservare come cambia il nostro stato mentale dopo mezz’ora di lettura profonda rispetto a mezz’ora di contenuti audiovisivi. Gli effetti sulla nostra concentrazione, creatività e persino sul nostro stato emotivo possono essere sorprendentemente diversi.
Faccio sempre fatica a scegliere tra un libro, un game e una serie tv; tutte e tre le situazioni oggi sono degne di nota. Tutte e tre sono grandi realizzazioni dell’ingegno e presuppongono un narratore. Dovremmo sviluppare delle scuole seriamente organizzate per formare i talenti, visto che il mercato offrirebbe ghiotte opportunità.
L’AI generativa ha ulteriormente complicato questo panorama. I modelli linguistici come Claude, GPT e Gemini possono generare narrazioni, ma lo fanno attraverso probabilità statistiche, non esperienze vissute. Questo ci offre uno specchio interessante: cosa distingue realmente una narrazione umana da una generata? La risposta, a mio avviso, risiede proprio nella densità cognitiva e nella stratificazione di significati che solo decenni di esperienza umana possono conferire a un testo.
L’energia che sgorga da un libro
Ma quando ho bisogno di ritrovare energia mi rivolgo a un libro.
Potrei parlare per pagine e pagine, ma non lo farò. Qui sul mio blog ne parlo semplicemente perché un libro è il paradigma di ogni azione nel mio lavoro. Non si muove foglia che non sia stata nutrita e corroborata da un approfondimento, da una ricerca su testi tecnici. Persino in casi di criticità relazionali, mi confronto con colleghi esperti e poi interrogo i testi.
Stamattina mentre conducevo una ricerca su come migliorare la comunicazione tra diverse generazioni in azienda, è avvenuto il solito volo pindarico. Dovrei abitare in una biblioteca, dormire lì per essere e sentirmi realmente in pace con la conoscenza (forse), sapere che per qualunque dubbio c’è un libro, che ogni domanda è stata indagata e ne posso usufruire. Che i nuovi modi di porre le domande derivano “dall’essere saliti sulle spalle dei giganti”.
E mentre rifletto su questo tema, sento il desiderio irresistibile di visitare la mia libreria di fiducia questo pomeriggio stesso. Vi invito a fare lo stesso: niente può sostituire l’esperienza di camminare tra gli scaffali, toccare i libri, annusarne l’odore e soprattutto, conversare con un libraio appassionato. Questi custodi della conoscenza, spesso sottovalutati, sono i veri “algoritmi di raccomandazione” umani – capaci di intuire cosa potrebbe risuonare con voi in un modo che nessun sistema online potrà mai replicare. È da questi incontri che nascono scoperte letterarie inaspettate, ed è per questo che ho voluto condividere questa meravigliosa sempre nuova esperienza.
Un libro ci coltiva l’anima, ci nutre a livello di linguaggio, ci motiva ad azioni nuove, ci abilità a un linguaggio rinnovato, ci stimola a usare la parte migliore di noi: quella dell’esploratore che si avventura senza paura nella giungla dove c’è l’ossigeno della curiosità. Sarà magari difficile distinguere la strada in mezzo a tutte le possibilità, ma nessuna strada è sbagliata, mentre si cercano nuove conoscenze, mentre si stimola l’apprendimento all’attraversamento di una frontiera nuova.
Un libro è terapia: la lettura come pratica di intelligenza emotiva
Passo dai saggi alla letteratura di qualsiasi genere, ammetto che faccio fatica a leggere solo la fantascienza (anche nei film non mi piace granché salvo eccezionalissimi casi).
Ultimamente ho accolto con entusiasmo la proposta di una mia amica di leggere più romanzi contemporaneamente – una pratica che già seguivo regolarmente con i saggi. Sorprendentemente, mi sono trovata a mio agio in questa pluralità narrativa, scoprendo il piacere di navigare tra mondi paralleli e protagonisti diversi. C’è qualcosa di profondamente stimolante nel saltare da un universo narrativo all’altro, come conversare con amici diversi nella stessa giornata, ciascuno con la propria storia e prospettiva unica.
Ma detto questo, mi piace così tanto circondarmi di testi in ogni angolo della casa; allo stesso modo dei profumi, ogni testo è aria nuova: delizia, incanta, ispira, desta curiosità, clamore, chiede (e ottiene) tempo per fermarsi.
Un libro ha questo dono speciale: ci permette di ritrovare un momento tutto per noi. Come una passeggiata in un bel giardino in primavera, ci offre uno spazio dove respirare e riscoprire parti di noi che nella frenesia quotidiana restano in secondo piano.
C’è qualcosa di magico nel modo in cui un libro ci accompagna: non ci forza, non ha fretta, semplicemente è lì quando siamo pronti a esplorare. Le neuroscienze ci offrono una spiegazione affascinante di questa sensazione: quando leggiamo, il nostro sistema di neuroni specchio si attiva delicatamente, permettendoci di sperimentare le emozioni dei personaggi come in un gioco di specchi che amplia la nostra comprensione di noi stessi e degli altri.
Celebrando “La vita davanti a sé” di Romain Gary
In questa Giornata Mondiale del Libro, voglio segnalare un testo che incarna perfettamente questo potere terapeutico della lettura: “La vita davanti a sé” di Romain Gary (sotto lo pseudonimo di Émile Ajar).
Questo romanzo è un capolavoro di intelligenza relazionale aumentata ante litteram. La storia di Momò, bambino arabo orfano cresciuto da Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, è narrata con una voce che attraversa tutte le barriere generazionali e culturali.
Ciò che rende questo libro straordinario è la sua capacità di creare un ponte comunicativo transgenerazionale attraverso la voce di un narratore bambino che parla una lingua imperfetta ma potentissima. Gary/Ajar riesce a fare ciò che oggi tentiamo di replicare con l’AI: creare un linguaggio che risuoni con diversi strati cognitivi ed emotivi simultaneamente.
La storia personale dell’autore aggiunge un ulteriore livello di complessità: Romain Gary è l’unico scrittore ad aver vinto due volte il Premio Goncourt (la seconda volta sotto lo pseudonimo di Émile Ajar), violando le regole del premio che prevedono una sola vittoria per autore. La sua capacità di reinventarsi completamente come scrittore, di creare una voce così autentica e diversa dalla sua, rappresenta una masterclass di quella che oggi chiameremmo “intelligenza comunicativa aumentata”.
In un’epoca in cui parliamo tanto di AI generativa e di content marketing psicologicamente informato, “La vita davanti a sé” ci ricorda che la vera intelligenza artificiale è quella che sa parlare all’anima umana nelle sue contraddizioni, nei suoi dolori e nelle sue speranze. È un libro che sa fare esattamente ciò che descrivo nel mio framework di AI Relational Intelligence: creare connessioni profonde attraverso un linguaggio che risuona a livello neuropsicologico con il lettore.
E oggi, mentre lavoro con i miei clienti per sviluppare contenuti che attraversino le barriere generazionali usando l’intelligenza artificiale, torno spesso a questo libro come fonte d’ispirazione per ricordarmi che il miglior uso della tecnologia è quello che amplifica, non sostituisce, l’umanità delle nostre storie.
La lettura nell’era dell’AI
Nell’era dell’informazione infinita e dell’AI generativa, la lettura profonda diventa un atto quasi sovversivo. È un’affermazione di intenzionalità cognitiva in un mondo che ci spinge verso l’attenzione frammentata. È un atto di intelligenza emotiva in un contesto che privilegia l’efficienza sulla profondità.
I libri non sono solo contenitori di informazioni, ma palestre per la nostra intelligenza relazionale. Ci insegnano a sospendere il giudizio, a entrare in menti diverse dalla nostra, a sviluppare quella che i neuroscienziati chiamano “teoria della mente” – la capacità di comprendere che gli altri hanno prospettive, desideri e convinzioni diverse dalle nostre.
E mentre l’intelligenza artificiale continua a evolvere, i libri rimangono un incontro tra due menti: quella dell’autore e quella del lettore. Un incontro che, nella sua imperfezione e nella sua unicità, ci ricorda cosa significhi veramente essere umani.
In questa Giornata Mondiale del Libro, il mio invito è semplice: prendetevi il tempo per leggere. Non per informarvi, non per essere più produttivi, ma per incontrare un’altra mente. Per permettere a un libro di fare ciò che sa fare meglio: stare con voi, mentre vi trasforma.
Questo post è stato aggiornato in occasione della Giornata Mondiale del Libro 2025, con nuove riflessioni sul rapporto tra lettura, intelligenza artificiale e crescita personale.
“La Parola Crea” è una newsletter settimanale che invio alla mia community ogni lunedì. Ti fornisce:
- Strategie per migliorare le capacità comunicative
- Consigli per sfruttare al meglio il digitale e l’AI
- Tecniche per aumentare la produttività
- Spunti per lo sviluppo personale e la crescita di carriera
Iscriviti gratuitamente inserendo il tuo indirizzo email.
Diventa parte di una community di persone motivate a migliorarsi costantemente.