Self awareness – Perché leggere ci cambia nel profondo

Self awareness tramite la lettura

Capita raramente che io racconti la mia passione più antica: la lettura. In realtà sono una divoratrice seriale di carta stampata ed ebook. Scrivere è la cosa che faccio da più tempo nella vita insieme a parlare.
Ma oggi non parlo dell’abilità di scrivere, ma del comportamento avvezzo alla lettura. E perché ne parlo? Perché voglio condividere un’ispirazione.

La mia passione per i libri – Perché leggere ci cambia nel profondo

Scrivere è la cosa che faccio da più tempo nella vita insieme a parlare. Il programma che uso da più tempo in assoluto è Word. Il programma analogico che uso da prima di Word è la scrittura su quaderno, il mio elemento esterno più connaturato.
Ma oggi non parliamo dell’abilità di scrivere, ma della lettura. Come vi dicevo, voglio condividere con voi un’ispirazione.

Self awareness: stare con se stessi con un libro

Aprire un libro, due libri, tre libri significa aprirsi a nuovi comportamenti, predisporsi al cambiamento. Di conseguenza, per un banale sillogismo, significa trovare nuove soluzioni.
Cos’è un comportamento? L’insieme di motivazione, abilità e stimolo. La motivazione è l’energia per l’azione, l’abilità è l’acquisizione del gesto e della tecnica, lo stimolo il post.it, il soffio di vento, il claim.
Leggere è nutrirsi. In Italia lo facciamo molto poco, è un abitudine a cui ci educano poco sia in famiglia che a scuola. Qualcuno ci prova, ma magari si sente un cretino a dire a suo figlio che leggere è bellissimo, dato che il vicino continua a gridare al figlio che è bello ambire a diventare il goleador italico.
Si abituano i bambini a fare il pisolino pomeridiano per toglierseli di torno, ma non si pensa nemmeno lontanamente all’ipotesi di dare loro un divertimento efficacissimo: un libro; che sarà poi il miglior modo per toglierseli di torno, eventualmente si stesse cercando di capire come fare eh?
La più grande tenerezza che si può avere verso un bambino è leggergli un libro: dedicare del tempo è faticoso, beh sì; ma non avete fatto il figlio per passarci del tempo insieme? Non sono esperta, parlo ancora da figlia, scusate…
Si abituano le bambine a pettinare le bambole e a tenerle in ordine, le si chiama principesse, ma farle innamorare di eroi ed eroine della narrativa neanche a parlarne.
Ho avuto questo privilegio da piccola: avevo qualcuno che mi dedicava del tempo, regalandomi prima e leggendomi poi delle storie. Io stessa divenni spacciatrice di libri per tutti i miei amici, soprattutto per quelli più piccoli di me. Le mie crisi adolescenziali vertevano anche sulla mancanza di spazio per riporre i miei libri.

Libro, videogame o serie tv?

Per questo comprendo faticosamente le case senza libri e con 3 televisori. Oh, che bacchettona Mariangela! Che ti ha fatto di male la tv? Niente, io la amo. Non volevo evidenziare contrasti tra libri e tv, il contrasto è nel non saper usare a dovere nemmeno una tv, ovvero un apparecchio televisivo, per dirla alla Mike Bongiorno. La smart tv ti permette di vedere YouTube, oltre a Netflix e Sky. Ma si finisce per vedere il palinsesto sempre uguale della reti nazional popolari: gente che cucina, che cucina, che cucina. O che parla, parla, parla. Cioè grida e pettegolezzi. Quando diversi anni fa io e il mio compagno abbiamo iniziato a vivere insieme, abbiamo dovuto attendere il collegamento internet per 20 giorni. E durante i pasti guardavamo il telegiornale; dopo 4 giorni abbiamo smesso e siamo passati a dell’intrattenimento. Scusate, non eravamo capaci di azioni simili, non avevamo mai visto la tv negli ultimi 15 anni, di conseguenza ci riusciva ogni cosa in modo maldestro. Verso il decimo giorno ci accorgemmo che finivamo di mangiare con l’ansia. Cioè iniziavamo sereni e finivamo con uno strato d’ansia. Lì per lì non ci facemmo caso, attribuimmo il fenomeno allo stress lavorativo del momento. Ma dopo qualche giorno riflettendoci ancora, mi dissi: Eh, no! Insieme al cibo stiamo ingerendo la tv!
E non è facile smascherare la manipolazione della comunicazione televisiva, me ne rendo conto… Rimane il fatto che sono curiosa e guardo tutto, ma c’è anche da precisare che non guardo la tv quando non so come trascorrere il pomeriggio, la guardo perché voglio vedere che stanno combinando a livello di comunicazione. Faccio sempre fatica a scegliere tra un libro, un game e una serie tv; tutte e tre le situazioni oggi sono degne di nota. Tutte e tre sono grandi realizzazioni dell’ingegno e presuppongono un narratore. Dovremmo sviluppare delle scuole seriamente organizzate per formare i talenti, visto che il mercato offrirebbe ghiotte opportunità.

L’energia che sgorga da un libro

Ma quando ho bisogno di ritrovare energia mi rivolgo a un libro.
Potrei parlare per pagine e pagine, ma non lo farò. Qui sul mio blog ne parlo semplicemente perché un libro è il paradigma di ogni azione nel mio lavoro. Non si muove foglia che non sia stata nutrita e corroborata da un approfondimento, da una ricerca su testi tecnici. Persino in casi di criticità relazionali, mi confronto con colleghi esperti e poi interrogo i testi.
Stamattina mentre conducevo una ricerca su come il peso della vergogna incida profondamente sulla performance lavorativa, è avvenuto il solito volo pindarico. Dovrei abitare in una biblioteca, dormire lì per essere e sentirmi realmente in pace con la conoscenza (forse), sapere che per qualunque dubbio c’è un libro, che ogni domanda è stata indagata e ne posso usufruire. Che i nuovi modi di porre le domande derivano

“dall’essere saliti sulle spalle dei giganti”.

E in conclusione ci sono 7 nuovi libri nel carrello di una libreria online mentre scrivo (confesso!) questa riflessione e mi è venuto in mente di condividere questa meravigliosa sempre nuova esperienza.
Un libro ci coltiva l’anima, ci nutre a livello di linguaggio, ci motiva ad azioni nuove, ci abilità a un linguaggio rinnovato, ci stimola a usare la parte migliore di noi: quella dell’esploratore che si avventura senza paura nella giungla dove c’è l’ossigeno della curiosità. Sarà magari difficile distinguere la strada in mezzo a tutte le possibilità, ma nessuna strada è sbagliata, mentre si cercano nuove conoscenze, mentre si stimola l’apprendimento all’attraversamento di una frontiera nuova.

Un libro è terapia

Passo dai saggi alla letteratura di qualsiasi genere, ammetto che faccio fatica a leggere solo la fantascienza (anche nei film non mi piace granché salvo eccezionalissimi casi).
Ultimamente ho accolto la proposta di una mia amica di leggere più romanzi contemporaneamente, cosa che per i saggi faccio regolarmente. Un macello! Penso di aver bisogno del rigore e mi sono resa conto di essere purista: riesco a dare udienza a un protagonista alla volta.
Ma detto questo, mi piace così tanto circondarmi di testi in ogni angolo della casa; allo stesso modo dei profumi, ogni testo è aria nuova: delizia, incanta, ispira, desta curiosità, clamore, chiede (e ottiene) tempo per fermarsi.
Un libro più di ogni altra cosa al mondo è capace di farmi stare con me stessa. E allo stesso modo che passeggiare nei bosco ti ridà le parti di te che qualcuno magari non volendo ha provato a rovinare, così un libro.
Un libro è come un terapeuta: sa dove ti fa male e non insiste. Aspetta il tempo necessario per farti andare dove serve per rimetterti. Nel frattempo, sta con te.