Bias cognitivi - Esempi nel lavoro

I bias cognitivi: come eliminare i pregiudizi inconsci dal tuo ambiente di lavoro

I bias cognitivi sono pregiudizi inconsci che influenzano la percezione e la decisione degli individui. Sono cioè tendenze che abbiamo a percepire e interpretare in modo parziale o distorto le informazioni che riceviamo. Influiscono sulla nostra capacità di prendere decisioni e di giudicare gli altri in maniera oggettiva.

Queste trappole del pensiero possono avere un impatto negativo sulla nostra vita, sia che si tratti di decisioni personali o di scelte che influiscono sugli altri.

Queste distorsioni possono influire sulla nostra capacità di prendere decisioni obiettive e ragionate, e possono portarci a trarre conclusioni errate o a non considerare tutti i fatti disponibili.

Possono essere causati da una vasta gamma di fattori, tra cui l’educazione, l’esperienza, la cultura, le informazioni a cui siamo esposti, le emozioni e le aspettative sociali. Ognuno di noi ragiona con dei bias cognitivi e non è possibile eliminarli completamente.
L’obiettivo non è quello di essere perfettamente imparziali, ma di essere consapevoli dei propri bias e di fare il possibile per evitare di lasciarli influire troppo sulle proprie decisioni e valutazioni.

Come i preconcetti influiscono sulle relazioni lavorative

I bias cognitivi possono avere un impatto significativo sulle relazioni lavorative, ovvero sulle relazioni tra colleghi e superiori, così come sulla valutazione delle prestazioni e sull’assegnazione delle mansioni. Ad esempio, un bias di genere può portare a una valutazione sbilanciata delle prestazioni di una donna rispetto a quelle di un uomo, mentre un bias razziale può influire sulla decisione di promuovere o meno un dipendente di colore.
Più nello specifico i bias possono influire significativamente sulle seguenti attività.

Valutazione delle prestazioni – I pregiudizi inconsci possono portare a una valutazione sbilanciata delle prestazioni dei dipendenti basata su fattori come il genere, la razza, l’età, l’orientamento sessuale, l’esperienza e l’appartenenza a un determinato gruppo.

Assegnazione delle mansioni – I preconcetti mentali possono influire sulla decisione di assegnare mansioni a determinati dipendenti basati anche in questo caso su fattori come il genere, la razza, l’età, l’orientamento sessuale, l’esperienza e l’appartenenza a un determinato gruppo.

Comunicazione – Le distorsioni cognitive possono influire sulla comunicazione tra dipendenti e superiori, portando a una comunicazione meno efficace e a una scarsa comprensione reciproca.

Ambiente lavorativo – I pregiudizi mentali possono portare a un ambiente lavorativo ostile e discriminatorio per alcuni dipendenti, influendo negativamente sulla loro motivazione e sulla loro volontà di rimanere nell’azienda.

Problema legale e immagine aziendale – I bias cognitivi possono scatenare problemi legali e di immagine per l’azienda, in quanto possono violare le leggi sulla parità di trattamento e di discriminazione.

Esempi di bias cognitivi comuni in ambienti lavorativi

Ci sono bias cognitivi molto comuni negli ambienti lavorativi che possono essere il bias di età, di orientamento, di esperienza, di gruppo, di autoconferma e di simpatia. Ad esempio, un bias di età può portare a una valutazione sbilanciata delle prestazioni di un dipendente anziano rispetto a quelle di un dipendente giovane, mentre un bias di orientamento può influire sulla decisione di assegnare un compito a un dipendente LGBT rispetto a un dipendente eterosessuale.
Altri esempi di bias cognitivi frequenti in ambienti lavorativi:

  • Il bias di genere, che consiste nel sottovalutare le capacità e le prestazioni delle donne rispetto a quelle degli uomini.
  • Il bias razziale, che consiste nel sottovalutare le capacità e le prestazioni dei dipendenti di colore rispetto a quelle dei dipendenti bianchi.
  • Il bias di esperienza, che consiste nel sottovalutare le capacità e le prestazioni dei dipendenti meno esperti rispetto a quelle dei dipendenti più esperti.
  • Il bias di gruppo, che consiste nel favorire i propri gruppi di appartenenza rispetto a quelli degli altri.
  • Il bias di autoconferma, che consiste nel cercare di confermare le proprie opinioni e credenze attraverso la selezione di informazioni e la valutazione delle persone.
  • Il bias di simpatia, che consiste nel favorire le persone che si trovano simpatiche rispetto a quelle che non lo sono.

Questi sono solo alcuni esempi di bias cognitivi comuni in ambienti lavorativi, ma ce ne sono molti altri.

Antifragilità e bias cognitivi- Gestire sfide e cambiamenti

 

Conseguenze delle relazioni lavorative influenzate dai pregiudizi

Le conseguenze delle relazioni lavorative influenzate dai bias cognitivi possono essere estremamente negative e molteplici.

  • Possono portare a un ambiente lavorativo ostile, a una valutazione sbilanciata delle prestazioni dei dipendenti, causando una scarsa motivazione e una minore produttività.
  • I bias cognitivi possono violare le leggi sulla parità di trattamento e di discriminazione, causando problemi legali per l’azienda.
  • Possono portare a un ambiente lavorativo ostile e discriminatorio per alcuni dipendenti, causando un alto tasso di turnover e una scarsa fedeltà al lavoro.
  • I bias cognitivi possono danneggiare la reputazione dell’azienda e la sua immagine pubblica.
  • Possono limitare la creatività e l’innovazione all’interno dell’azienda, poiché possono limitare la diversità di pensiero e di prospettiva.
  • Possono influire negativamente sulla capacità dell’azienda di prendere decisioni obiettive e giuste, poiché possono causare una valutazione sbilanciata delle informazioni e delle persone.
  • I bias cognitivi possono influire negativamente sull’ambiente di lavoro e sulla collaborazione tra i dipendenti, causando una scarsa comunicazione e una scarsa comprensione reciproca.

Gestione dei bias cognitivi: suggerimenti operativi da adottare in azienda

Per evitare questi problemi, è importante che le aziende riconoscano e gestiscano i bias cognitivi. Per creare un ambiente lavorativo favorevole e impedire che questi pregiudizi inconsci danneggino la produttività e le relazioni. Ciò può essere fatto attraverso una formazione continua sull’argomento, l’implementazione di politiche e procedure inclusive e l’adozione di pratiche di valutazione delle prestazioni obiettive.

Di seguito dei suggerimenti operativi per creare un ambiente lavorativo attento a questa tematica.

  1. Creare delle situazioni interne (un meeting formativo ad esempio) per spiegare cosa sono i bias cognitivi e come possono influire sulle relazioni lavorative e sulle performance. Chi si occupa di people management potrebbe attuare un’identificazione dei bias cognitivi presenti: fornire esempi di bias cognitivi comuni in ambienti lavorativi e aiutare i partecipanti a riconoscere i propri bias. Qualora non sia presente internamente una figura capace di attuare un intervento di questo tipo è possibile ricorrere a un formatore esterno. Mi occupo di questo tipo di interventi sia per strutturarli e essere d’aiuto ai formatori interni, sia per realizzarli io stessa come consulente esterno.
    • Tecniche di gestione dei bias cognitivi: insegnare tecniche per gestire e contrastare i propri bias cognitivi, ad esempio la valutazione obiettiva delle prestazioni, la ricerca di opinioni e prospettive diverse e l’auto-valutazione.
    • Creazione di un ambiente inclusivo: discutere come creare un ambiente lavorativo inclusivo e come gestire le situazioni di discriminazione.
    • Esercitazioni pratiche: fornire esercitazioni pratiche per aiutare i dipendenti a mettere in pratica le tecniche di gestione dei bias cognitivi.
    • Step di follow-up: discutere e mettere a punto i passi successivi per mantenere un ambiente lavorativo attento ai bias cognitivi e fornire risorse per ulteriore formazione e supporto. Includere anche un follow-up per monitorare l’applicazione delle tecniche appena imparate e per rispondere a eventuali domande o preoccupazioni.
    • Valutazione: includere una valutazione per capire se i dipendenti hanno compreso e sono in grado di mettere in pratica le informazioni fornite durante la formazione.
  2. Assicurarsi che i dirigenti e i leader dell’azienda siano consapevoli dei propri bias cognitivi e che agiscano in modo da gestirli e contrastarli.
  3. Una formazione continua: includere un piano di formazione continua per mantenere i dipendenti informati e aggiornati sui bias cognitivi e per continuare a creare un ambiente lavorativo inclusivo e attento ai bias cognitivi.
  4. Promuovere una comunicazione efficace che tenga conto dell’importanza del linguaggio, del rispetto per le diverse prospettive e background. Incoraggiare cioè un linguaggio che sia rispettoso verso tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali come genere, etnia, orientamento sessuale, religione e disabilità. Imparare a essere consapevoli delle proprie parole: prendere coscienza del proprio linguaggio e dell’effetto che può avere sugli altri, e cercare di evitare parole o espressioni che possono essere offensive o discriminatorie.
  5. Coinvolgere i dipendenti in questo processo, chiedendo loro di segnalare eventuali problemi legati ai bias cognitivi e incoraggiandoli a proporre soluzioni per gestirli.